La sfida a cui siamo chiamati ● Newsletter di marzo 2023
È un punto impalpabile, che frequenti decine e decine di volte al giorno senza renderti conto della sua peculiarità. È un portale tra terra e cielo, tra ciò che sei nel presente e ciò che potresti diventare nel futuro. Lo vivi appieno quando ti prendi un momento per fare il punto tra quello che sinora hai fatto della tua vita e il progetto con cui sei venuto su questa Terra. È un luogo di calma e di quiete, da cui poter fare le tue scelte, attingendo alle tue radici terrestri e alla tua eredità celeste.
Quale magia… – ti dirai – Come lo trovo?
Riconoscendolo quando appare. Quando scoli gli spaghetti, per esempio, quando attraversi un ponte sospeso su un ruscello, quando le auto davanti a te in autostrada mettono le doppie frecce… non è quindi poi così difficile da sperimentare, è più difficile riconoscerlo, soffermarti sulle sue peculiarità e consolidare la sua presenza nel tuo mondo interiore, perché è lì che tu diventi sovrana, sovrano del tuo regno.
È un lavoro lento, paziente con risultati garantiti. Quando ti prendi un momento per fare l’appello dentro di te, per ascoltare il respiro, per chiedere al corpo, al cuore, alla mente come stanno… tu stai attivando questo tuo punto centrale e privilegiato di osservazione.
Si chiama centratura. Puoi anche chiamarla mindfulness, un termine oggi più diffuso: presenza, esserci nel tuo istante presente.
E che cosa te ne fai della presenza? La usi per… scegliere. Non ti dà garanzia di fare sempre la cosa giusta, ma almeno di provarci, volta per volta. Decidere, ogni volta di nuova cosa pensare, cosa dire, cosa fare, attingendo dalla tua riflessione personale e non dall’adesione acritica a quanto ti viene indotto dall’esterno o da altri. È qui che nasce e cresce la tua libertà interiore, la tua più grande forza, la tua più importante sfida, a nome dell’umanità e dell’intera creazione che aspetta questo salto di qualità per poter proseguire, su un piano nuovo la sua evoluzione.
Siamo in cammino. Noi e l’intero bioma sulla Terra siamo in costante evoluzione. Siamo in un momento critico e cruciale, perché, come umanità, abbiamo più potere che consapevolezza e il rischio che i giocattoli adolescenziali che hanno così tanti successo – potere, ricchezza, sopraffazione – prendano il sopravvento sul traguardo che invece ci aspetta come giovani maturi, che superano i capricci e gli sbandamento adolescenziali per farsi carici del proprio ruolo nella collettività.
La Terra è in un momento cruciale, ma non è per salvare lei che dobbiamo attivarci. La Terra ha affrontato e superato ben altre sfide, il diffondersi dell’ossigeno, che è stato un avvelenamento per le forma di vita anaerobiche esistenti fino a due miliardi e mezzo di anni fa, l’impatto di diverse comete, l’ultimo dei quali, 256 mila anni fa ha distrutto l’80% delle forme di vita presenti sulla Terra, reinventando la fauna e dando via all’era dei piccoli mammiferi, dopo quella dei dinosauri. Altre specie homo ci hanno preceduto – homo erectus, habilis… neanderthalensis – forse ognuna di queste specie ha sognato di poter essere la conquistatrice del mondo? Certo, nessuna di queste ha raggiunto il livello tecnologiche che abbiamo noi oggi, ma non sappiamo nulla in realtà dei loro traguardi interiori, della loro capacità di dialogo col mondo visibile e con quello invisibile, giacché è proprio la scienza, la nostra diffusa religione attuale, che ci conferma che della realtà i nostri 5 sensi percepiscono solo una piccola percentuale. La materia oscura, si chiama in fisica quella componente dell’universo rilevabile solo in modo indiretto attraverso i suoi effetti gravitazionali, ma invisibile agli strumenti attuali di rilevazione. Non è poi un mistero che ci sono ultra e infra suoni, ultra e infra violetti che altri animali percepiscono ma che il nostro sistema sensoriale non è settato per cogliere. Anche noi, quindi umilmente, possiamo riconoscere di essere ancora in viaggio verso tappe in cui il nostro titolo altisonante di sapiens sapiens acquisti un senso. E se faremo cilecca, se verrà premuto un tasto di troppo, in grado di annientare la nostra civiltà – rischio molto presente, purtroppo – ebbene la Terra avrà un singulto di disappunto, ma si metterà subito all’opera e a capo di uno due o dieci milioni di anni, ecco che un’altra versione di homo, si spera più saggia, possa riprendere il filo interrotto dell’evoluzione e trovare come far fare a tutta la vita il salto desiderato: una compenetrazione di coscienza e materia, una traduzione visibile e tangibile in termini di bellezza, varietà e armonia.
Questa è la sfida, ma prima di questa c’è quella in cui sei chiamata, chiamato anche tu: svegliati! Svegliati a che sei davvero per poter far sentire il tuo peso, la tua voce, le tua azioni in questo momento delicato, per andare a formare quella massa critica di persone consapevoli, sensibili e libere dal giogo del condizionamento culturale dominante, che vede tutto solo in funzione del benessere dell’essere umano o, peggio ancora, del singolo individuo o di una casta di singoli individui.
Non ci è richiesto di prendere le armi o di innalzare barricate, forse per qualcuno questa sarà la sua strada, ma ognuno ha la sua, che parte da ciò che sente, ciò che ama, ciò che sa fare. Ecco perché l’invito oggi più rivoluzionario che l’Ecopsicologia ci propone è quello che Socrate fece incidere sul frontone del tempio di Delfi: conosci te stesso.
Cosa succede dopo? Dopo che hai realizzato chi sei, cosa ti piace fare, cosa sai fare e come farlo? Succede che con la chiara visione del tuo essere parte di un ecosistema familiare, sociale, umano, animale, terrestre e, perché no, anche galattico e cosmico, sentirai il piacere – non il dovere! – di fare qualcosa che sia utile anche al contesto di cui sei parte. A partire da ciò che sei, da ciò che fai. Vorrai e potrai contribuire alla chiamata dei tempi. Che in questo momento è verso il riconoscimento di un destino comune: quello terrestre.
Marcella Danon
Ecopsicologa, direttrice di Ecopsiché
Editoriale marzo 2023 – Ecopsicologia NEWS
Photo Credit: Photoholgic on VisualHunt.com
Giudizi